Decontribuzione lavoratrici madri anche per le “autonome”

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Fonte: MySolution

NEntro il prossimo 20 settembre il Ministro dell’economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti dovrà presentare alla Commissione UE il Piano Strutturale di Bilancio (Psb). Il Piano ha come obiettivi prioritari la definizione del percorso della spesa netta aggregata, delle riforme e degli investimenti da realizzare in un determinato periodo.

Tra le misure che saranno proposte all’UE c’è anche l’estensione alle lavoratrici autonome della decontribuzione a oggi prevista per le solo lavoratrici dipendenti a tempo indeterminato.

L’introduzione di tale misura è avvenuta a opera dell’art. 1, commi 180-182, della Legge 30 dicembre 2023, n. 213, recante “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026”.

La norma ha introdotto, per i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026, un esonero del 100 per cento della quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico delle lavoratrici madri di tre o più figli, con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, fino al mese di compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo.

Il medesimo esonero è riconosciuto, in via sperimentale, per i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024, anche alle lavoratrici madri di due figli, con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, fino al mese del compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo.

L’esonero contributivo è rivolto a tutti i rapporti di lavoro dipendente a tempo indeterminato, sia instaurati che instaurandi nel periodo di vigenza dell’esonero, dei settori pubblico e privato, ivi compreso il settore agricolo, con la sola esclusione dei rapporti di lavoro domestico, in riferimento alle lavoratrici madri di tre o più figli.

La misura agevolativa si sostanzia in un abbattimento totale della contribuzione previdenziale dovuta dalla lavoratrice, nel limite massimo di 3.000 euro annui, da riparametrare su base mensile. Poiché l’esonero in questione trova applicazione esclusivamente con riferimento alla quota di contribuzione a carico della lavoratrice madre, la misura non rientra nella nozione di aiuto di Stato, trattandosi di un’agevolazione fruita da persone fisiche non riconducibili alla definizione comunitaria di impresa e, pertanto, insuscettibile di incidere sulla concorrenza (vedi portale Governo).

Vedremo se ed entro quali termini tale agevolazione contributiva verrà estesa alle lavoratrici autonome.